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| - Il 7 settembre, in un’intervista con Avvenire, il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ha criticato la cosiddetta “legge Severino”, approvata nel 2012, che stabilisce l’incandidabilità e la decadenza dalle cariche pubbliche dei politici che hanno commesso alcune tipologie di reato.
Secondo Berlusconi, «è inammissibile che vi siano conseguenze sanzionatorie, come la decadenza per gli eletti, a fronte di sentenze non definitive». A sostegno della sua tesi, l’ex presidente del Consiglio ha citato l’articolo 27 della Costituzione, in base al quale un «imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».
La critica di Berlusconi è però sbagliata, per almeno due motivi.
Secondo Berlusconi, «è inammissibile che vi siano conseguenze sanzionatorie, come la decadenza per gli eletti, a fronte di sentenze non definitive». A sostegno della sua tesi, l’ex presidente del Consiglio ha citato l’articolo 27 della Costituzione, in base al quale un «imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».
La critica di Berlusconi è però sbagliata, per almeno due motivi.
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