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  • Il portafoglio digitale non si disattiverà «se non ti farai i sieri che deciderà l’Ue» Il 9 febbraio 2023 la redazione di Facta.news ha ricevuto una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un post su Facebook pubblicato lo stesso giorno. Nel testo si legge che a marzo inizierà «la sperimentazione del portafoglio digitale dell’Unione europea», una nuova app che «radunerà tutti i documenti (anche sanitari e vaccinali) e sarà utilizzata anche per i pagamenti». L’autore del post prosegue affermando che «con il portafoglio digitale se non ti fai i sieri che deciderà l’UE o OMS si disattiva, non ci sarà l’opzione tampone…bisognerà fare tutti i vaccini compresi i sieri covid». Secondo quanto riportato, senza questo portafoglio digitale non sarà più possibile (nella grafia dell’originale) «ne lavorare, ne comprare, ne fare la spesa e neanche ricevere la pensione». Infine, nel post si legge che «il Green Pass è gestito dal ministero delle finanze e non della salute» e ciò perché l’iniziativa sarebbe stata «solo una sperimentazione per arrivare a questo». Si tratta di una serie di contenuti fuorvianti, che veicolano una notizia falsa. Andiamo con ordine. Prima di tutto precisiamo che il cosiddetto “Green pass”, o Certificazione verde Covid-19, è uno strumento digitale nato su proposta della Commissione europea per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea a partire dallo scorso 1° luglio 2021. In Italia è stato abolitoprogressivamente a partire da maggio 2022. È opportuno precisare che, contrariamente a quanto affermato nel post oggetto della nostra analisi, il Green pass non è stato uno strumento gestito dal ministero dell’Economia e delle finanze. Si tratta, invece, di una certificazione emessa dalla piattaforma nazionale del Ministero della Salute e frutto del lavoro congiunto di Ministero della Salute, Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, in collaborazione con altri enti. Il “portafoglio digitale europeo”, invece, è uno strumento che si inserisce nella proposta dell’Unione europea di promuovere un’identità digitale per tutti i cittadini degli Stati membri, in modo che questi possano dimostrare la propria identità e «condividere documenti elettronici dai loro portafogli di identità digitale semplicemente premendo un tasto sul telefono». A dicembre 2022, il Consiglio europeo ha adottato una posizione comune per portare avanti la proposta della Commissione europea di introdurre lo strumento del portafoglio digitale con l’obiettivo di aggiornare l’attuale quadro normativo e uniformare le soluzioni di identità digitale utilizzabili dai cittadini per accedere in sicurezza a servizi pubblici e privati su tutto il territorio europeo. Nello specifico, il portafoglio digitale è uno strumento attualmente sottoposto a studi e valutazioni dalle istituzioni sia europee sia dei singoli Stati membri. Verrà implementato probabilmente a partire dal 2024. Il progetto prevede la creazione di un’app che permetterà ai cittadini o residenti dell’Unione di autenticarsi con enti pubblici o privati certificando la propria identità senza bisogno di adempimenti burocratici. Non esiste alcuna prova che lo strumento preveda “attivazione” o “disattivazione” in base allo status delle vaccinazioni dei cittadini, ma sarà una sorta di archivio di dati e attestati elettronici. Nel portafoglio potranno essere contenuti documenti come ad esempio la patente di guida, qualifiche professionali o sistemi di pagamento riconosciuti a livello europeo che l’utente può utilizzare per autenticarsi in modo sicuro a servizi pubblici e privati specifici. I divieti presenti nel post oggetto della nostra analisi non sembrano avere alcun fondamento anche perché il portafoglio europeo non è sviluppato per “fare la spesa” o “ricevere la pensione”, ma per accedere ad altri tipi di servizi pubblici o privati. Potrebbero interessarti No, Macron non ha ignorato il presidente indiano Modi alla conferenza di Parigi sull’IA
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