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  • Con questo post, il governatore della Puglia, Nichi Vendola, discute la sua posizione sul caso dell’Ilva, un tema spinoso e per il quale il governatore stesso parrebbe aver fatto autonomamente fact-checking. Nel suo stesso post, infatti, la frase “vola in quantità superiori” rimanda a questo grafico dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente lombarda (Arpa), che, usando la didascalia del grafico stesso, rappresenta “il trend delle concentrazioni di PM10 relativo a tre città del bacino padano durante il periodo invernale appena trascorso (periodo di riferimento: settembre 2011–marzo 2012)”. Un appunto sulla metodologia: se si sta effettuando, come fa il presidente pugliese, una comparazione tra due aree (quella tarantina e la pianura padana, in questo caso) non ha senso linkare i dati relativi ad una sola delle due situazioni a confronto. Un vero fact-checking presuppone almeno l’inserimento dei valori di entrambe le aree. Abbiamo, quindi, provveduto a colmare tale lacuna informativa, andando a cercare i dati relativi all’area tarantina. Dal momento che il grafico sull’area padana rimanda a valori compresi tra il settembre 2011 e il marzo 2012 (e anche qui sarebbe da chiedersi come mai, dato che sono disponibili dati più recenti, almeno per Bologna e Milano), è giusto andare a ricercare i dati su Taranto relativi al medesimo periodo. Come si evince da questo post su Wired – che utilizza i dati dell’Arpa pugliese per una stazione campione dell’area tarantina (quella di Via Machiavelli, 20) – e dal grafico interattivo, su cui si può selezionare il periodo di interesse, i valori di PM10 per l’area tarantina rimangono, per tutto il periodo considerato, al di sotto della soglia di 50 µg/m3, che rappresenta per legge il limite massimo giornaliero, oltre il quale viene registrato un “superamento”. Il numero massimo di superamenti giornalieri per anno è nell’ordine delle 35 unità. Qui di seguito si può vedere l’elaborazione del grafico per il periodo preso in considerazione. (Trend concentrazioni di PM10 relativo alla stazione campione Via Machiavelli, 20 – Taranto) Sembrerebbe che Vendola, osservando i dati, abbia confrontato i valori di concentrazione delle due aree in alcune giornate specifiche: per esempio, il picco di metà febbraio nella zona di Milano (circa 140 µg/m3) è pari a 8 volte il valore per il giorno corrispettivo a Taranto (circa 17,5 µg/m3). Queste rilevazioni però rappresentano uno dei rari casi in cui le due concentrazioni sono così differenti. Se guardiamo ad altri momenti di picco – gli inizi di marzo – notiamo che la differenza è inferiore: a Milano la concentrazione ha raggiunto quel giorno 220 µg/m3 circa, valore che a prima vista può sembrare molto alto ma in realtà è nettamente inferiore al valore corrispettivo di Taranto (42 µg/m3), moltiplicato per otto. Infatti 220<42*8=336. Tuttavia, per capire la vera differenza tra le due situazioni, occorre guardare alla media delle rilevazioni sul periodo dato e non a singoli picchi opportunamente selezionati. Il picco nel giorno x, infatti, non è affatto rappresentativo di una “normalità”: serve operare una media di valori. Veniamo quindi alla comparazione: poichè non sono disponibili, per la Provincia di Taranto, dati diacronici in tabelle ufficiali, è necessario andare a trovare quelli mensili presenti sulla pagina dell’Arpa pugliese. Facendo una media dei report tra settembre e marzo, si nota che la media di tutte le stazioni di rilevamento del tarantino è di circa 30 µg/m3 (31,49 è il valore medio, per la precisione). La media dei valori per le tre città della pianura padana considerate dovrebbe essere, stando alla dichiarazione di Vendola, di almeno 251,92 µg/m3. In realtà, come si può notare a prima vista nello stesso grafico linkato nel post, i valori, seppur più alti, sono nettamente inferiori alla cifra prevista, che non viene raggiunta nemmeno nei picchi più alti. Per quanto riguarda Milano, la media si può facilmente osservare in questo grafico per gli anni 2011-2012 (circa 45 µg/m3). Per Bologna, a pagina 8 di questo documento, si possono ritrovare i valori per l’anno 2012 (32,8 µg/m3,per trovare quelli del 2011 basta sostituire “2011” con “2012” nell’URL); per quanto riguarda Torino, i dati più recenti sono riferiti al 2011, ma anche in questo caso si può osservare (la media per le 5 stazioni di rilevamento è di 50,6 µg/m3,v. pag. 35) come i valori siano ben lontani – seppur molto alti – da quelli citati dal governatore. Prima di concludere, aggiungiamo che un criterio utile di misurazione sarebbe potuto essere quello che utilizza Legambiente, ossia i giorni di sforamento del valore di 50 µg/m3 imposto per legge. In questo caso, la pianura padana possiede un indubbio primato. Tra le prime 20 città, infatti, ben 18 sono nella piana del Po. Del governatore Vendola si apprezza il tentativo di “auto fact-checking”, inficiato, però, dalla probabile confusione con la metodologia di lettura dei dati. Riceve un “Pinocchio andante” sulla fiducia. (Si ringrazia Dario Sabbioni per questa analisi)
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