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| - Continua l’offensiva mediatica dell’ex premier. Stavolta è ospite a Studio Aperto, dove attacca la politica di austerità del governo, che a suo dire avrebbe favorito un aumento della criminalità. In particolare, il Cavaliere snocciola cifre relative ai furti, gli scippi e le truffe, che sarebbero aumentati rispettivamente del 17,6% e 7% rispetto al 2011. Mentre non ci è possibile analizzare il nesso causale che Berlusconi sostiene leghi le politiche di austerità con l’aumento della criminalità, possiamo almeno verificare se i dati sull’aumento dei reati sono corretti.
E’ probabile che Berlusconi abbia letto il Corriere della Sera prima di registrare l’intervista. Il quotidiano infatti a pag.9 quella stessa mattina ha pubblicato un articolo in cui riporta i dati rilasciati dal Viminale (ma che al momento sul sito del ministero dell’Interno non sembrano essere disponibili) sull’andamento dei reati nel primo semestre del 2012 rispetto all’analogo periodo del 2011.
Berlusconi si mostra quasi impeccabile: le truffe sono passate da 52.107 a 55.919, facendo segnare un aumento del 7,3% – un numero arrotondabile a quanto dichiarato. Si è registrato anche un incremento degli scippi del 6,6% (passando dagli 8.021 agli 8.552): percentuale che non corrisponde al 6,2% come riportato dal Corriere, e che Berlusconi, in modo non colpevole, ha probabilmente usato per arrotondare al 6%. Sui furti c’è invece qualche semplificazione di troppo. Quel +17% è un valore corretto, ma è riferito soltanto ai furti in abitazione, aumentati per la precisione del 17,3%. La categoria più ampia dei furti fa invece registrare un incremento molto più limitato: da 697.716 a 719.748, pari a un +3,2%.
Mentre i dati sull’aumento di scippi e truffe sono essenzialmente corretti, non è esatto affermare un generico aumento dei furti del 17% quando tale valore è riferito soltanto ad un tipo di furti ben preciso, e il dato globale è molto inferiore. Assegniamo dunque a Berlusconi un “C’eri quasi”!
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