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| - Il 22 aprile la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rilasciato un’intervista al quotidiano economico Milano Finanza in cui ha affrontato diverse questioni, dalle recenti nomine dei vertici di alcune aziende di Stato alla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Riguardo le nomine dei vertici delle aziende pubbliche, Meloni si è detta soddisfatta delle scelte fatte di recente dal suo governo per Enel, Eni, Leonardo, Poste italiane e Terna, perché «per la prima volta nella storia delle grandi aziende quotate e partecipate dallo Stato abbiamo una donna amministratore delegato». Il giorno prima la presidente del Consiglio aveva espresso lo stesso concetto in un’intervista al quotidiano Il Foglio.
In entrambi i casi, Meloni ha fatto riferimento alla nomina di Giuseppina Di Foggia, nuova amministratrice delegata di Terna, la principale società pubblica che gestisce il trasporto dell’energia elettrica in Italia. A una scelta simile aveva già fatto cenno la presidente del Consiglio nelle settimane scorse. «La sfida è: quando avremo il primo amministratore delegato di una società partecipata statale donna?», aveva detto il 7 marzo la presidente del Consiglio durante un’intervento alla Camera in vista della Giornata internazionale della donna, annunciando proprio l’intenzione di nominare una donna tra i nuovi vertici delle aziende pubbliche in scadenza.
Le cose però non stanno del tutto come ha dichiarato Meloni. Un certo margine di interpretazione nella dichiarazione della presidente del Consiglio sta nel riferimento alle «grandi aziende»: se guardiamo solo a Leonardo, Enel, Eni, Terna e Poste italiane, in effetti, Di Foggia è la prima amministratrice delegata donna. Le aziende partecipate dallo Stato, ad ogni modo, sono molte di più, alcune delle quali di grandi dimensioni. Il sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze elenca 35 società di cui lo Stato detiene oggi la maggioranza o comunque una quota di controllo.
Come ha fatto notare la giornalista Gea Scancarello su Twitter, in passato diverse altre donne sono state nominate amministratrici delegate di importanti aziende di Stato, anche quotate in borsa, prima della nomina di Di Foggia a Terna.
In entrambi i casi, Meloni ha fatto riferimento alla nomina di Giuseppina Di Foggia, nuova amministratrice delegata di Terna, la principale società pubblica che gestisce il trasporto dell’energia elettrica in Italia. A una scelta simile aveva già fatto cenno la presidente del Consiglio nelle settimane scorse. «La sfida è: quando avremo il primo amministratore delegato di una società partecipata statale donna?», aveva detto il 7 marzo la presidente del Consiglio durante un’intervento alla Camera in vista della Giornata internazionale della donna, annunciando proprio l’intenzione di nominare una donna tra i nuovi vertici delle aziende pubbliche in scadenza.
Le cose però non stanno del tutto come ha dichiarato Meloni. Un certo margine di interpretazione nella dichiarazione della presidente del Consiglio sta nel riferimento alle «grandi aziende»: se guardiamo solo a Leonardo, Enel, Eni, Terna e Poste italiane, in effetti, Di Foggia è la prima amministratrice delegata donna. Le aziende partecipate dallo Stato, ad ogni modo, sono molte di più, alcune delle quali di grandi dimensioni. Il sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze elenca 35 società di cui lo Stato detiene oggi la maggioranza o comunque una quota di controllo.
Come ha fatto notare la giornalista Gea Scancarello su Twitter, in passato diverse altre donne sono state nominate amministratrici delegate di importanti aziende di Stato, anche quotate in borsa, prima della nomina di Di Foggia a Terna.
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