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  • Al cospetto dei deputati alla Camera, Matteo Renzi sostiene che “occorre fare la fatica della politica estera” e che in questo ambito il suo governo si starebbe muovendo su numerosi fronti, con un occhio a quelle che in futuro saranno le aree cruciali. L’Africa, nei prossimi vent’anni, sarà uno dei motori del mondo” dice Renzi, prima di pronunciare la frase oggetto di fact-checking.



    Singoli Paesi a confronto



    Stando ai dati del Fondo Monetario Internazionale, nel 2014 due Paesi africani* (Etiopia e Repubblica Democratica del Congo) sono cresciuti più del Myanmar, il Paese del Sud-Est asiatico che registra la crescita più forte dell’area. Notiamo che tra i 10 Paesi cresciuti maggiormente nel 2014 in questi due aree, 3 sono asiatici e 7 africani. Considerando che il Sud-Est asiatico – definito come l’insieme dei Paesi membri dell’Asean – è però composto da appena 10 Paesi rispetto ai 54/55** Paesi africani, il dinamismo della regione è innegabile. Nella mappa sottostante indichiamo i tassi di crescita nel 2014 dei Paesi delle due aree citate da Renzi.







    Se però andiamo oltre il singolo anno e prendiamo come riferimento il periodo quinquennale 2013-2017 (con dati sempre Fmi), le posizioni dei Paesi africani cambiano, ma non quelli asiatici in oggetto. Il Myanmar, con una crescita media annua dell’8,4%, sta poco dietro alla capolista Etiopia (+8,9%). Laos e Cambogia restano nella “top 10”, mentre le Filippine sono all’11° posto.







    “Aree africane” Vs Asean



    La dichiarazione di Renzi è una considerazione in termini aggregati non relativa ai singoli Paesi: infatti parla di non ben specificate “aree africane” che crescerebbero complessivamente più del Sud-Est asiatico. La vaghezza di questa frase sta nel fatto che, mentre i Paesi di quest’ultima regione sono facilmente indicabile in un’area economica, l’Africa è organizzata in raggruppamenti economici di diversa intensità che si sovrappongono tra loro (si veda qui e qui per maggiori informazioni).



    Ciononostante abbiamo raccolto qui e qui il tasso di crescita medio e ponderato di alcune regioni africane e confrontato con quello delle economie Asean, usando, oltre ai dati Fmi, quelli grezzi della Banca Mondiale. Il risultato è che l’Asean come area (escluso il Myanmar, che però pesa relativamente poco nel gruppo) è cresciuta cumulativamente del 4,4% nel 2014. Un tasso migliore delle aree al Nord e Sud del continente africano ma inferiore a quelle occidentali (Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale: +6,1%, trainata dalla Nigeria) e orientali (Eac, la Comunità dell’Africa orientale, +5,8% e Igad, l’Autorità intergovernativa per lo Sviluppo del Corno d’Africa +5,6%).



    Occorre sottolineare che il Pil aggiuntivo creato nel 2014 dalle 10 economie Asean – circa 59 miliardi di dollari a valori 2005 – è comunque maggiore di quello creato da tutta l’Africa messa insieme, circa 46 miliardi.



    Il verdetto



    Nel suo intervento alla Camera, Renzi confronta in maniera piuttosto generica l’andamento del Pil nelle economie africane rispetto a quelle del Sud-Est asiatico. Per quanto queste ultime siano cresciute comunque a ritmi da Paesi emergenti, è vero che complessivamente hanno visto una crescita inferiore ad alcune regioni dell’Africa orientale ed occidentale.





    * Segnaliamo che secondo le stime della Banca Mondiale il Paese cresciuto in assoluto di più in questo gruppo nel 2014 sarebbe il Sud Sudan (+30,5%), per il quale le stime del Fmi sono molto più caute (+2,9%). Immaginiamo che queste ultime, pubblicate ad ottobre, siano stime più aggiornate di quelle della Banca Mondiale – alla luce anche della guerra civile che il Paese ha vissuto – dal momento che lo stesso Fmi aveva previsto una crescita più abbondante ad aprile. In ogni caso questa discrepanza non influisce sulla veridicità della dichiarazione.



    ** Il totale varia a seconda che si consideri o meno il Sahara occidentale uno Stato indipendente

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