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  • Il capogruppo di Forza Italia alla Camera – ed ex ministro per la Pubblica Amministrazione – ha citato, in un’intervista a RaiNews24, la mancata crescita della Cina e dei cosiddetti BRICS tra i segnali di “una nuova tempesta economico-finanziaria” in arrivo. “BRIC” è un acronimo coniato all’inizio degli anni Duemila per indicare quattro economie in forte crescita economica: Brasile, Russia, India e Cina. Più precisamente, fu l’economista di Goldman Sachs, Jim O’Neill, a creare la sigla in questo rapporto del novembre 2001. Il gruppo tiene riunioni annuali a partire dal 2009, l’anno prima dell’aggiunta del Sudafrica e della composizione dell’acronimo attuale. Ma veniamo ai dati. La crescita dei BRICS negli ultimi anni Abbiamo riassunto in un grafico l’andamento del Pil dei cinque Paesi tra il 2010 e il 2015, utilizzando la banca dati del Fondo Monetario Internazionale e controllando le cifre con quelle dell’Ocse, sostanzialmente identiche (qui trovate i dati). Per l’anno in corso si tratta naturalmente di previsioni. Come si vede, il quadro è più complesso di quello che dipinge Brunetta. I numeri dicono che tre Paesi su cinque stanno crescendo ancora, con cifre che restano molto alte – come India e Cina – o più contenute, come nel caso del Sudafrica. Per Brasile e Russia invece la situazione è molto peggiorata e per la prima volta dopo diversi anni registreranno un dato negativo nel 2015. Ma stiamo comunque parlando di economie estremamente diverse tra loro e il grafico non mostra il peso relativo di ognuna. Nel 2014, ad esempio, il Pil cinese si è attestato a 10.356 miliardi di dollari, circa una volta e mezzo quello degli altri BRICS messi insieme. Il grafico seguente illustra i valori assoluti del Pil dei cinque Paesi (in base ai dati della Banca Mondiale, valori in US$ del 2005) tra il 2010 e il 2014. Per il 2015 elaboriamo i dati in base alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale (qui tutti i dati utilizzati). Dal grafico emerge chiaramente che la crescita di India e Cina è in grado di compensare ampiamente le diminuzioni delle economie più piccole come Russia e Brasile. Nel complesso, quindi, i Paesi BRICS registreranno una crescita anche nel 2015. In generale, comunque, negli ultimi anni le economie dei BRICS hanno mostrato segni di rallentamento e nessuna cresce più ai ritmi di cinque anni fa. Diversi commentatori economici, infatti, si interrogano da tempo sui motivi di questa frenata (ad esempio qui, qui e qui) e sulle sue conseguenze per l’economia mondiale. Il verdetto Brunetta sbaglia dicendo che “la Cina non cresce più” e che “i BRICS non crescono più”, ma con questa affermazione forza un dato reale: la diminuzione della spinta economica che veniva da questi Paesi anche solo pochi anni fa. Di conseguenza, mediamo tra una affermazione sbagliata nella forma che tuttavia coglie un punto sostanziale e diamo un “Nì” a questa dichiarazione.
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