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  • Durante un recente intervento a Radio anch’io (da 25’ 05’’) su RAI Radio 1, il deputato di Forza Italia ha parlato di immigrazione. Come riportato dal suo account Twitter, Brunetta ha citato alcuni numeri per sostenere che “in questo momento”, gli immigrati in Italia (non in generale) “sono più un costo che un beneficio”. Vediamo se le sue affermazioni reggono al controllo dei numeri. Gli stranieri in Italia La componente straniera in Italia è fatta di persone in regola con le norme sull’immigrazione, sia residenti che non residenti, e di immigrati non regolari. Per gli stranieri regolari non residenti e per gli immigrati non regolari si possono utilizzare solo stime, visto che non rientrano nelle periodiche misurazioni Istat sulla popolazione. Per gli stranieri regolari e residenti, invece, abbiamo a disposizione i dati Istat che, al 1° gennaio 2017, registrano 5.047.028 persone. Per gli irregolari, una delle stime più citate è quella contenuta nel XXIII Rapporto sulle migrazioni 2017 realizzato dalla Fondazione Ismu, ente di ricerca con sede a Milano che si occupa di ricerche sociali e sui fenomeni migratori, nel cui consiglio di amministrazione siedono rappresentanti di Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e Fondazione San Carlo. Il numero complessivo degli stranieri è valutato nel rapporto, al 1° gennaio 2017, in 5.958.000 persone (regolari e irregolari), in aumento del 1,5% (87 mila persone) rispetto all’anno precedente. Tra i regolari, l’85% è iscritto all’anagrafe di un comune italiano. Coloro che, invece, sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno ma non sono iscritti all’anagrafe di nessun comune italiano (gli stranieri regolari non residenti) sono circa 420 mila. Gli stranieri irregolari sono in crescita rispetto all’anno precedente: secondo il rapporto Ismu si stimano, al primo gennaio 2017, 491 mila stranieri senza un valido titolo di soggiorno. Si registra un aumento di 56 mila unità rispetto ai 435 mila irregolari dello stesso periodo dell’anno precedente. Visto che la stima Ismu si riferisce al 1° gennaio 2017, nel seguito dell’analisi considereremo i dati del 2016, in modo da poter fare alcuni confronti. Quanti sono i “familiari a carico”? Anche a proposito dei familiari a carico si possono fare solo alcune stime. Prendiamo in considerazione, ad esempio, i dati relativi al numero degli stranieri inattivi – che non svolgono attività lavorativa pur essendo in età per farlo – e dei minori stranieri residenti. Questi calcoli non possono tener conto degli stranieri irregolari, su cui mancano dati specifici. Nel 2017, registra l’Istat, i cittadini stranieri inattivi in età lavorativa (15-64 anni) erano un milione 149 mila, di cui il 73 per cento circa donne (835 mila)*. Il rapporto ISMU sottolinea che il fenomeno è accentuato per alcune comunità: tra le donne pakistane oltre nove su dieci (il 92,9% nel 2016) sono inattivo, tra quelle del Bangladesh ed egiziane oltre l’80 per cento. Questo primo dato fornisce un numero approssimativo dei familiari a carico, a cui si possono aggiungere i minori stranieri residenti in Italia di età compresa tra gli zero e i quattordici anni. A partire dal quindicesimo anno di età, infatti, i giovani rientrano tra gli stranieri inattivi sopra riportati. Nella fascia 0-14, gli stranieri sono 904.466. Si può quindi ipotizzare un totale di circa 2,1 milioni di familiari a carico (2.085.466), circa il 41% del totale degli stranieri regolari. E i disoccupati? Un’altra categoria citata da Brunetta sono i disoccupati, anche se in alcuni casi questa si deve sovrapporre a quella dei familiari a carico. Ad ogni modo, limitandoci ai disoccupati con cittadinanza straniera, l’Istat registra per il 2016 un totale di 437 mila persone (in calo nel 2017 a 406 mila). Questo dato corrispondeva al 15,4 per cento della popolazione straniera regolare (ancora una volta, sugli irregolari non ci sono dati a disposizione). Mentre parlava della categoria dei disoccupati stranieri durante la trasmissione, l’esponente di Forza Italia ha anche notato per inciso che i disoccupati stranieri sono di più rispetto a quelli italiani. Se guardiamo al tasso di disoccupazione, Brunetta ha in effetti ragione: nel corso del 2016 la disoccupazione tra i cittadini italiani era dell’11,2 per cento, oltre quattro punti percentuali in meno rispetto agli stranieri. Il tasso di disoccupazione complessivo dei residenti era dell’11,7 per cento. Gli occupati regolari Infine, vediamo quanti sono i “regolari e occupati”. I dati Istat parlano di 2.401.000 stranieri occupati nel 2016, con un tasso di occupazione del 59,5 per cento. La percentuale è leggermente più alta rispetto alla popolazione italiana, che si ferma al 57 per cento. Se teniamo conto del totale degli stranieri regolari e irregolari stimato dall’ISMU – circa sei milioni – gli occupati regolari sono quindi il 40 per cento. Per avere un termine di paragone, all’interno della popolazione con cittadinanza italiana, 55,5 milioni nel 2016*, gli occupati erano 20,3 milioni, circa il 36,5 per cento. In altre parole, il rapporto tra quanti lavorano e quanti no è ancora più alto se consideriamo solo gli stranieri. Il che fa nascere dubbi sulla bontà di fondo del ragionamento di Brunetta, che tramite l’isolamento dei regolari e occupati nella popolazione straniera conclude che essa sia un costo netto per l’Italia. Ad ogni modo, la sua conclusione non è oggetto di questa analisi, e dunque non ci addentriamo di più sul punto. Il verdetto Renato Brunetta ha affermato che in Italia si contano circa cinque milioni di immigrati di cui un milione irregolare, molti sono familiari a carico, molti disoccupati e solo una “parte minoritaria” rientra tra i regolari e occupati. Questa affermazione contiene parecchie inesattezze. Per prima cosa, se contiamo anche gli irregolari – come Brunetta intende chiaramente fare, nel suo ragionamento – gli stranieri in Italia sono sei milioni e non cinque, per lo meno a dar credito alle stime più affidabili in tema. Gli “irregolari” sono stimati intorno al mezzo milione di persone, e non al milione. A meno che Brunetta non volesse includere in questo numero anche i regolari non iscritti all’anagrafe (non residenti), che sono oltre 400 mila persone e che farebbero salire il conto degli stranieri non residenti, appunto, intorno al milione. Ma in questo secondo caso sarebbe scorretto qualificare i non residenti come “irregolari”, perché si tratta di persone che hanno un permesso di soggiorno. I familiari a carico stranieri si possono stimare intorno ai 2,1 milioni di persone tra i soli regolari, sommando inattivi e minori di 15 anni; i disoccupati sono invece oltre 400 mila. Restano i “regolari e occupati”, che erano 2,4 milioni nel 2016: circa quattro stranieri su dieci. È in effetti meno della metà (anche se il rapporto tra i cittadini italiani è ancora più basso). Insomma, tante inesattezze nei numeri richiamati da Brunetta: “Nì” per lui. _____ * Totale residenti (italiani + stranieri) al 1° gennaio 2017: 60.589.445; totale stranieri residenti alla stessa data: 5.047.028. Differenza: 55.542.417.
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