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  • Martedì 11 agosto 2020 la redazione di Facta ha ricevuto una segnalazione via WhatsApp che chiedeva di verificare l’attendibilità delle informazioni contenute in un post pubblicato l’8 agosto su Facebook. Il post oggetto di verifica contiene una foto dell’imprenditore italiano Oscar Farinetti, fondatore della catena enogastronomica Eataly, accompagnata da una didascalia che recita «Farinetti: “Il grano italiano è di scarsa qualità, per la mia pasta Eataly uso materia prima USA o canadese”. Complimenti, continua ad usare grano contaminato. E voi, continuate a comprare da Eataly». Nonostante non si tratti di una citazione letterale, Oscar Farinetti ha realmente espresso un concetto simile a quello riportato nel post. La frase è contenuta nella puntata del 3 agosto 2016 di In Onda Estate, trasmissione televisiva di La7 al tempo condotta da David Parenzo e Tommaso Labate (qui dal minuto 36.04). Rispondendo a una domanda di Parenzo sul grano made in Italy, Farinetti spiega che «il made in Italy ad oltranza e spiegato male non serve a niente», raccontando che, nonostante l’Italia sia il più grande produttore ed esportatore di pasta, «il grano duro italiano non è una materia prima di alta qualità». «Per fare una pasta di alta qualità e per ottenere una semola di alto livello servono caratteristiche di proteine, di glutine, di cenere nel grano duro che purtroppo in Italia è molto difficile ottenere» continua Farinetti, «Una ragione è climatica: non siamo un Paese vocatissimo a fare il grano, ma siamo vocati a fare ortaggi e frutta di altissimo livello. E, in più, siamo piccoli, il nostro terreno coltivabile è una fesseria in confronto a quello di altri Paesi del mondo». Secondo Farinetti il grano di alta qualità sarebbe quello di provenienza americana e canadese, una dato che lo porta a concludere che «noi come Eataly abbiamo un pastificio, produciamo pasta con grani italiani biologici e con grani importati, secondo me non c’è storia a livello qualitativo». Insomma, Farinetti parla del grano duro italiano come di una materia prima «non di alta qualità», senza però utilizzare la formula «di scarsa qualità», come invece riportato nel post. L’imprenditore specifica inoltre di utilizzare nel suo pastificio anche grano biologico italiano e non esclusivamente «materia USA o canadese». Non esiste inoltre alcun nesso che colleghi la materia prima nordamericana al «grano contaminato» di cui parla il post oggetto di verifica.
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