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| - Il 3 luglio, ospite a Omnibus su La7, il sottosegretario al Ministero dell’Istruzione Rossano Sasso, deputato della Lega, ha criticato (min. 8:05) la proposta di legge sul cosiddetto “ius scholae” (dal latino, “diritto di scuola”), che chiede di riformare i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana. Secondo i promotori, la cittadinanza andrebbe concessa ai minori stranieri nati in Italia, o arrivati in Italia prima dei 12 anni di età, che hanno frequentato un ciclo di studi nel nostro Paese per almeno cinque anni.
Durante il dibattito in studio, Sasso ha dichiarato che in Italia esiste già una forma di ius soli (dal latino, “diritto del suolo”), in base al quale la cittadinanza italiana è concessa agli stranieri che nascono nel nostro Paese. La norma sarebbe contenuta, secondo il sottosegretario, all’«articolo 9, comma 1, lettera f, della legge 92 del 1991».
Abbiamo verificato e Sasso dimostra di non conoscere bene come funziona la legge sulla cittadinanza italiana.
Durante il dibattito in studio, Sasso ha dichiarato che in Italia esiste già una forma di ius soli (dal latino, “diritto del suolo”), in base al quale la cittadinanza italiana è concessa agli stranieri che nascono nel nostro Paese. La norma sarebbe contenuta, secondo il sottosegretario, all’«articolo 9, comma 1, lettera f, della legge 92 del 1991».
Abbiamo verificato e Sasso dimostra di non conoscere bene come funziona la legge sulla cittadinanza italiana.
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