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  • Il 17 dicembre 2023 è stato pubblicato su Facebook un video che sembra mostrare pile di vestiti a terra e altri indumenti cadere dall’alto davanti a diversi edifici con insegne luminose e marchi di vestiti, tra cui uno con la scritta «Zara». Il filmato è accompagnato da un testo, scritto dall’autore del post, che recita: «Dopo che Zara ha fatto un annuncio irrispettoso sul conflitto di Gaza, gli americani buttano via tutti i vestiti Zara davanti all’azienda !!!». Il riferimento è alle critiche ricevute dal marchio di abbigliamento Zara per una campagna pubblicitaria in cui le modelle reggevano ed erano circondate da manichini inseriti dentro sacchi bianchi. Questi ultimi, secondo le accuse rivolte all’azienda, richiamerebbero e ridicolizzerebbero le persone uccise a Gaza durante i raid dell’esercito israeliano. Per questo motivo sono nate richieste di boicottare i prodotti di Zara. Sui propri canali social, l’azienda ha spiegato che la campagna era stata ideata a luglio e realizzata a settembre e che quindi non poteva avere alcun collegamento con l’attuale conflitto tra Hamas e l’esercito israeliano, sorto dopo l’attacco del gruppo estremista palestinese a Israele del 7 ottobre. Zara ha comunque ritirato la campagna, scusandosi con chi si era sentito offeso per il malinteso creatosi. Il contenuto oggetto di analisi è fuorviante e veicola una notizia falsa. Il video in questione è stato originariamente pubblicato il 16 novembre 2023 su TikTok da Vestiaire Collective, una piattaforma di e-commerce per la compravendita di capi d’abbigliamento e accessori di lusso di seconda mano. Come spiegato dalla stessa azienda in un comunicato stampa, il filmato è il video ufficiale della propria campagna “Fast Fashion Ban” che punta a sensibilizzare sul problema dei rifiuti tessili e del consumo eccessivo nel settore della moda, e a promuovere il riciclo per ridurre l’impatto ambientale della moda. Infine, contattato dai fact-checkers di Reuters, un portavoce di Vestiaire Collective ha spiegato che la clip analizzata non mostra una scena reale, essendo stata creata «da un’agenzia francese che sfrutta l’intelligenza artificiale».
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