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| - In un post sul blog di Beppe Grillo, firmato insieme alla collega deputata Carla Ruocco, Luigi Di Maio mette insieme qualche cifra sui livelli di reddito italiani in confronto con la media europea. Vediamo se i conti tornano.
Il Pil pro capite in Europa
Il confronto tra gli anni 2000 e 2012 è agevolato da questa scheda di Istat, tratta dall’edizione 2014 dell’annuario statistico “Noi Italia” (i singoli valori sono disponibili nella tabella che si può scaricare nella colonna di destra, alla voce “Pil pro capite nei paesi Ue”). Nel 2012, la media dell’Ue 27 del Pil pro capite a parità di potere d’acquisto era di 25.600 euro, mentre quella italiana era di 25.200 euro. Il nostro Paese era sotto la media dell’1,56% che, arrotondato, dà l’1,6% citato da Di Maio e Ruocco.
Nel 2000, la media era pari a 19.100 euro e il dato italiano si attestava a 22.400 euro, con uno scostamento positivo del 17,27% (il 17,3%). Dai valori dei singoli Paesi si comprende facilmente come il sensibile innalzamento della media Ue sia dovuto soprattutto alle buone performance economiche dei Paesi dell’Europa orientale come quello registrato dalle repubbliche baltiche, Romania, Bulgaria, Polonia e Slovacchia, che in molti casi hanno raddoppiato il Pil pro capite nel periodo interessato. I dati del 2000 e del 2012 per i singoli Paesi europei, come riportati dall’Istat nel rapporto “Noi Italia” 2014, sono visualizzati nel grafico successivo.
Tuttavia, abbiamo dati più recenti forniti da Istat in questa pagina, tratta dall’edizione di “Noi Italia” del 2015 pubblicata a febbraio dello scorso anno. In questo caso, il confronto è tra il 2000 e il 2013 e i valori sono leggermente diversi anche per l’anno di partenza, grazie all’utilizzo di numeri più aggiornati. Nel 2000, infatti, la media dei 28 Paesi che compongono l’Unione* era di 19.900 euro e quella italiana di 23.100 euro. Il dato del nostro Paese era dunque sopra la media del 16,08%, un dato comunque vicino a quello indicato da Di Maio e Ruocco.
Gli altri dati
Il post cita anche il reddito disponibile del 2013, in confronto a quello del 2007, e il patrimonio privato degli italiani. Per quanto riguarda il primo, possiamo vedere l’andamento nel Rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) 2015, pubblicato il 2 dicembre scorso da Istat. I dati sul reddito medio disponibile (pro capite) delle famiglie consumatrici, per il periodo 2004-2014, sono riassunti nel grafico successivo**.
Come si vede, nel 2013 il reddito medio era di 17.563 euro, sensibilmente inferiore al valore del 2007, quando si attestava a 18.148 euro.
Per quanto riguarda il patrimonio privato – in cui l’Italia avrebbe un primato che viene spesso rivendicato dai politici come elemento di ottimismo per la nostra economia – disponiamo del documento “La ricchezza delle famiglie italiane”, pubblicato annualmente dalla Banca d’Italia. Il più recente, pubblicato a dicembre scorso, stima la ricchezza netta in 8.730 miliardi di euro nel 2013.
Parecchio meno di quanto citato da Di Maio e Ruocco, che potrebbero aver utilizzato la sola cifra degli attivi, senza considerare le passività (debiti, mutui e simili): questa infatti è posta dalla Banca d’Italia a 9.642 miliardi di euro nello stesso 2013. A giugno del 2015 anche Istat ha fornito la stima di una grandezza simile, quello delle attività non finanziarie dei settori istituzionali, che indica in 6.583 miliardi di euro il totale della ricchezza di famiglie e istituzioni sociali private italiane nel 2013, e in 9.644 euro il totale dell’economia italiana (sommando alle famiglie le attività non finanziarie di società finanziarie e non e quelle delle amministrazioni pubbliche).
La ricchezza netta delle famiglie italiane dal 1995 a oggi, secondo le stime della Banca d’Italia, è riassunta nel grafico successivo.
Il verdetto
Di Maio e Ruocco citano la differenza del Pil pro capite italiano tra il 2000 e il 2012 corretta, ma non secondo i dati più aggiornati (che comunque si discostano di poco). Parlano poi del reddito medio disponibile del 2013, che è inferiore a quello del 2007 e non uguale come scritto da loro. Infine, esagerano un po’ la ricchezza totale delle famiglie italiane. Nel complesso, si servono di dati più o meno corretti, ma spesso non aggiornati o imprecisi. “C’eri quasi” per i due esponenti del M5S.
* Consideriamo i dati dell’Ue 28 nonostante Di Maio e Ruocco parlino di Ue 27. Il Paese che si è aggiunto per ultimo – il 1° luglio 2013 – è la Croazia, l’unico per cui non sono registrati i dati e che dunque non influisce sulla media che ci interessa.
** Tratti dall’Appendice statistica (scaricabile qui), file “Cap_04_Benessere economico 01.xlsx”, che presenta anche i singoli valori a livello regionale.
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