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  • Rispondere a questa domanda è più difficile. La gestione del coprifuoco tra il 1943 e la fine della guerra, nel 1945, è dipesa infatti dalle autorità locali – come i prefetti o i Comitati di liberazione nazionale (Cln) – che spesso modificavano la norma in base a diverse variabili, come la programmazione di eventi particolari o la situazione di minore o maggiore tensione in un territorio. È possibile trovare alcune notizie che confermano la volubilità del coprifuoco in Italia ai tempi della resistenza partigiana. Per esempio, a Milano il 7 ottobre 1943 è stato imposto il coprifuoco dalle 21 alle 5 per ordine della prefettura di Milano e del Comando militare germanico, mentre il 18 agosto 1944 questo iniziava alle 22 e terminava sempre alle 5 di mattina. A Roma invece il 10 settembre 1943 il coprifuoco partiva alle 21:30, mentre il 20 dicembre alle 19. In alcuni periodi di particolare calma, poi, i prefetti potevano decidere di revocare temporaneamente il coprifuoco nei comuni sotto la loro giurisdizione. È successo ad esempio nella provincia di Modena il 3 aprile 1944. Se la gestione del coprifuoco quindi non dipendeva dalle autorità nazionali, nemmeno la sua revoca fu decisa con un’unica norma. In generale però possiamo dire che il coprifuoco è rimasto in vigore, al netto delle differenze territoriali o dei brevi momenti di pausa in alcune zone, fino alla liberazione dell’Italia, nell’aprile del 1945. Con l’arrivo delle truppe americane e inglesi, infatti, le città italiane del Centro-Nord furono liberate una dopo l’altra dall’occupazione tedesca e fascista, segnando la fine della guerra e aprendo la strada alla costruzione di un governo democratico. Man mano che le città venivano liberate le autorità locali provvedettero anche all’eliminazione del coprifuoco. Ne abbiamo notizia per esempio già il 6 maggio 1945 a Torino, il 9 maggio a Vigevano (in provincia di Pavia) e il 10 luglio a Bolzano. Ricapitolando: durante la Seconda guerra mondiale il coprifuoco è stato in vigore in Italia – seppure con le dovute differenze territoriali – tra il 26 luglio 1943 e, indicativamente, la metà del 1945. Se consideriamo come data simbolica la giornata generalmente associata alla liberazione, il 25 aprile, parliamo di un periodo di 639 giorni.
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