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| - Il 29 novembre, in un’intervista al Corriere della Sera, il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ha sottolineato, tra le altre cose, come la transizione ecologica sia un tema centrale nell’attuale dibattito politico.
In particolare, l’ex presidente di Consiglio si è soffermato sul problema della deforestazione, dichiarando che nell’ultimo anno la foresta Amazzonica si è ridotta di «13.235 chilometri quadrati», una superficie pari a un territorio «grande come la Campania». Berlusconi ha poi aggiunto che se si considerano gli ultimi tre anni, «abbiamo perso una foresta delle dimensioni del Belgio».
Abbiamo verificato e Berlusconi ha quasi ragione.
Che cosa dicono le fonti ufficiali
Il 18 novembre l’Istituto nazionale per la ricerca spaziale del Brasile (Inpe) – un ente di ricerca controllato dal Ministero della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione – ha pubblicato le nuove stime del progetto “Prodes”, il monitoraggio annuale sul fenomeno della deforestazione nella cosiddetta “Amazzonia legale”. Quest’ultima è la denominazione ufficiale che il Brasile dà alla parte dell’Amazzonia che ricade nei suoi confini e che si estende per più di cinque milioni di chilometri quadrati, circa il 59 per cento dell’intero territorio brasiliano. Bisogna precisare che non tutta l’Amazzonia, la cui estensione è di circa 6,7 milioni di chilometri quadrati, si trova in Brasile: il 40 per cento della sua superficie si trova infatti fuori dai confini brasiliani, per esempio in altri Paesi, come Perù e Bolivia.
Il monitoraggio condotto dall’Inpe si basa sulle immagini catturate da una serie di satelliti e per “deforestazione” considera il taglio completo degli alberi di una foresta primaria, ossia una foresta mai toccata dalle attività degli esseri umani.
Secondo le stime Inpe più aggiornate, tra il 1° agosto 2020 e il 31 luglio 2021 nella sola Amazzonia brasiliana sono stati tagliati alberi per una superficie totale di 13.235 chilometri quadrati di foresta primaria. Effettivamente quest’area corrisponde, più o meno, alla superficie della Campania, pari a 13.671 chilometri quadrati. In valori percentuali, stiamo parlando di un’area disboscata pari allo 0,2 per cento dell’intera foresta Amazzonica.
Più dell’87 per cento della superficie deforestata fa parte degli stati del Pará, Amazonas, Mato Grosso e Rondônia. Rispetto allo scorso anno, nel 2021 la superficie di foresta Amazzonica sottoposta a deforestazione nel solo Brasile è aumentata di quasi il 22 per cento (nel 2021 era stata pari a 10.581 chilometri quadrati).
Secondo quanto riferito dall’organizzazione non governativa brasiliana MapBiomas, gli oltre 13 mila chilometri quadrati deforestati corrispondono a circa 745 milioni di alberi in meno.
È bene comunque sottolineare che il fenomeno della deforestazione non è limitato alla parte brasiliana dell’Amazzonia, la zona a cui fanno riferimento i dati appena citati. Nel report 2021 sullo stato della foresta Amazzonica, l’organizzazione non governativa Amazon conservation ha spiegato che la deforestazione avviene per il 79 per cento in Brasile, per il 7 per cento in Perù e per il 6 per cento in Colombia. Di conseguenza, è molto probabile che la superficie deforestata in tutta l’Amazzonia nel 2021 sia maggiore del dato citato da Berlusconi.
L’andamento storico
Prima di concludere, vediamo come si è sviluppato nel tempo il fenomeno della deforestazione nell’Amazzonia brasiliana. Qui dal 2017 in poi la superficie disboscata è praticamente raddoppiata. Quattro anni fa gli alberi tagliati avevano raggiunto una superficie di quasi 7 mila chilometri quadrati, nel 2018 più di 7.500, nel 2019 più di 10 mila, nel 2020 hanno raggiunto quasi gli 11 mila chilometri quadrati, fino ad arrivare agli attuali quasi 14 mila chilometri quadrati (Grafico 1).
In particolare, l’ex presidente di Consiglio si è soffermato sul problema della deforestazione, dichiarando che nell’ultimo anno la foresta Amazzonica si è ridotta di «13.235 chilometri quadrati», una superficie pari a un territorio «grande come la Campania». Berlusconi ha poi aggiunto che se si considerano gli ultimi tre anni, «abbiamo perso una foresta delle dimensioni del Belgio».
Abbiamo verificato e Berlusconi ha quasi ragione.
Che cosa dicono le fonti ufficiali
Il 18 novembre l’Istituto nazionale per la ricerca spaziale del Brasile (Inpe) – un ente di ricerca controllato dal Ministero della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione – ha pubblicato le nuove stime del progetto “Prodes”, il monitoraggio annuale sul fenomeno della deforestazione nella cosiddetta “Amazzonia legale”. Quest’ultima è la denominazione ufficiale che il Brasile dà alla parte dell’Amazzonia che ricade nei suoi confini e che si estende per più di cinque milioni di chilometri quadrati, circa il 59 per cento dell’intero territorio brasiliano. Bisogna precisare che non tutta l’Amazzonia, la cui estensione è di circa 6,7 milioni di chilometri quadrati, si trova in Brasile: il 40 per cento della sua superficie si trova infatti fuori dai confini brasiliani, per esempio in altri Paesi, come Perù e Bolivia.
Il monitoraggio condotto dall’Inpe si basa sulle immagini catturate da una serie di satelliti e per “deforestazione” considera il taglio completo degli alberi di una foresta primaria, ossia una foresta mai toccata dalle attività degli esseri umani.
Secondo le stime Inpe più aggiornate, tra il 1° agosto 2020 e il 31 luglio 2021 nella sola Amazzonia brasiliana sono stati tagliati alberi per una superficie totale di 13.235 chilometri quadrati di foresta primaria. Effettivamente quest’area corrisponde, più o meno, alla superficie della Campania, pari a 13.671 chilometri quadrati. In valori percentuali, stiamo parlando di un’area disboscata pari allo 0,2 per cento dell’intera foresta Amazzonica.
Più dell’87 per cento della superficie deforestata fa parte degli stati del Pará, Amazonas, Mato Grosso e Rondônia. Rispetto allo scorso anno, nel 2021 la superficie di foresta Amazzonica sottoposta a deforestazione nel solo Brasile è aumentata di quasi il 22 per cento (nel 2021 era stata pari a 10.581 chilometri quadrati).
Secondo quanto riferito dall’organizzazione non governativa brasiliana MapBiomas, gli oltre 13 mila chilometri quadrati deforestati corrispondono a circa 745 milioni di alberi in meno.
È bene comunque sottolineare che il fenomeno della deforestazione non è limitato alla parte brasiliana dell’Amazzonia, la zona a cui fanno riferimento i dati appena citati. Nel report 2021 sullo stato della foresta Amazzonica, l’organizzazione non governativa Amazon conservation ha spiegato che la deforestazione avviene per il 79 per cento in Brasile, per il 7 per cento in Perù e per il 6 per cento in Colombia. Di conseguenza, è molto probabile che la superficie deforestata in tutta l’Amazzonia nel 2021 sia maggiore del dato citato da Berlusconi.
L’andamento storico
Prima di concludere, vediamo come si è sviluppato nel tempo il fenomeno della deforestazione nell’Amazzonia brasiliana. Qui dal 2017 in poi la superficie disboscata è praticamente raddoppiata. Quattro anni fa gli alberi tagliati avevano raggiunto una superficie di quasi 7 mila chilometri quadrati, nel 2018 più di 7.500, nel 2019 più di 10 mila, nel 2020 hanno raggiunto quasi gli 11 mila chilometri quadrati, fino ad arrivare agli attuali quasi 14 mila chilometri quadrati (Grafico 1).
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