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| - Il rapporto annuale dello Svimez (un centro studi fondato nel 1946 per promuovere lo sviluppo industriale del Mezzogiorno) ha occupato i titoli dei giornali verso la fine della scorsa settimana, dipingendo la situazione economica del nostro Mezzogiorno in maniera impietosa. Come tanti altri politici anche Di Maio ha preso spunto dal rapporto per ricordare che “per il Sud Italia non sono momenti felici”. Valutazioni politiche a parte, i dati che cita Di Maio sono corretti? Nì.
Quasi 1 milioni di emigrati dal 2000
Come si può vedere nelle anticipazioni del rapporto Svimez*, dal 2001 al 2014 il saldo migratorio netto verso il Centro-Nord (emigrati meridionali meno quelli rientrati) è stato pari a 744 mila. Lo Svimez segnala che “di questa perdita di popolazione il 70%, 526 mila unità, ha riguardato la componente giovanile, di cui poco meno del 40% (205 mila) laureati”. Il grillino quindio è piuttosto generoso nell’arrotondare oppure impreciso nel parlare di emigrati, visto che il dato citato è in realtà il saldo migratorio netto. In ogni caso la sostanza non cambia di molto perciò Di Maio ha ragione nella prima parte della sua dichiarazione.
Una recessione 10 volte peggio della Grecia
Più forte – e discutibile – la seconda parte dell’affermazione. Il Sud avrebbe sofferto una recessione 10 volte peggiore di quella greca? Ricordiamo che la Grecia ha perso quasi un quarto di Pil nel periodo 2007-2013. “10 volte peggio” richiederebbe quindi una contrazione del Pil meridionale matematicamente impossibile. Vediamo se nelle anticipazioni del rapporto o nella presentazione del direttore dell’Istituto Riccardo Padovani oppure nel comunicato stampa si trova qualche indicazione in merito.
A pagina 6 delle anticipazioni del rapporto, si legge che, secondo i conti Svimez, il Pil greco ha registrato un -24,5% nel periodo 2008-2014 rispetto al -12,8% registrato dal Mezzogiorno d’Italia. La media annua è quindi -3,9% per la Grecia rispetto al -1,9%. Altro che “10 volte peggio quella della Grecia”, la recessione al Sud è stata severa ma pari ad ‘appena’ la metà di quella greca.
Anche guardando altri indicatori censiti dallo Svimez notiamo che il settore manifatturiero si è contratto più in Grecia che nel Mezzogiorno d’Italia (tab. 13 pag. 24). Lo stesso dicasi per il totale delle unità di lavoro (tab. 2 pag. 6). La situazione della disoccupazione giovanile, invece, pare attualmente peggiore al Sud rispetto a quella greca, con più Neet e disoccupati nella fascia d’età 15-34 anni al Mezzogiorno (fig. 7 pag. 40). Tuttavia la proporzione non è di dieci volte tanto, né tantomeno quella dei dati relativi alla recessione.
A cosa si riferiva quindi Di Maio? Forse al tasso di crescita cumulato nel periodo 2001-2014, pari a -1,7% in Grecia e -9,4% al nostro meridione. Anche qui però non si parla di un tasso 10 volte peggiore ma di circa 5,5. Aggiungiamo inoltre che tale divario è indicazione di una recessione più acuta quanto di una crescita più debole nel periodo precedente alla crisi (si veda nuovamente la tab. 2 a pagina 6 delle anticipazioni).
Il verdetto
Di Maio arrotonda generosamente ma non sbaglia il numero netto di emigrati dal Sud al Centro-Nord, pari a 744 mila nel periodo 2001-2014. E’ bizzarra invece la sua affermazione secondo cui la recessione del nostro Sud sia stata “10 volte peggio” di quella greca, dal momento che il Pil si è contratto del 12,8% nel primo e del 24,5% nella seconda. Un “Vero” più una “Panzana” danno come risultato un “Nì” complessivo per questa dichiarazione.
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*Il rapporto completo verrà pubblicato nell’autunno di quest’anno.
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