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  • In un video rilasciato oggi sul suo account Facebook il Premier parla di un settembre che riprende con numeri incoraggianti, sia per occupazione sia per crescita. In particolare Renzi utilizza un linguaggio sportivo, ispirandosi al ciclismo, per spiegare che, sebbene ancora lontani dal conquistare la maglia rosa, “siamo tornati nel gruppo”. Vediamo se è così. La crescita dell’Italia a confronto con l’Europa Lo scorso 14 agosto Eurostat ha rilasciato un comunicato in cui presentava alcune stime preliminari per il secondo trimestre 2015. Secondo questi dati il Pil è in crescita di +0,3% tra i Paesi dell’Eurozona e +0,4% tra i Paesi facenti parte dell’Unione a 28 rispetto al trimestre precedente. Se confrontato con lo stesso trimestre del 2014, il Pil è in aumento rispettivamente di +1,2% e 1,6%. Secondo i dati Eurostat l’Italia riporta una crescita di +0,2% rispetto allo scorso trimestre e +0,5% rispetto allo scorso anno. L’Istat ha invece aggiornato proprio oggi le stime per l’Italia (che sono quelle a cui fa riferimento Renzi nel suo video messaggio) e i nuovi dati sono al rialzo (+0,3% e +0,7%) se confrontate con le stime Eurostat. Sebbene non sia così corretto paragonare il dato italiano dell’1 settembre con quello degli altri Paesi europei relativi alla metà di agosto (i dati aggiornati sugli altri Paesi usciranno l’8 settembre), la comparazione è necessaria per comprendere il ragionamento del Premier. Per essere più chiari abbiamo costruito un grafico per confrontare i dati di crescita attuali rispetto al passato trimestre e rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda la differenza con lo scorso trimestre, si evince che l’Italia (+0,3) risulta esattamente nella media dell’Eurozona (+0,3) e sotto quella dell’EU28 (+0,4) mentre è sotto la media se si fa il confronto con il medesimo periodo dello scorso anno (Italia +0,7 Vs Eurozona +1,2 e EU28 +1,6). Siamo anche al di sotto della mediana per entrambe le variabili (+0,45 e +1,75 rispettivamente rispetto allo scorso trimestre e al 2014). Verdetto Anche prendendo il dato Istat più recente, se confrontiamo il dato italiano sul delta rispetto al primo trimestre 2015 siamo nella media dell’Eurozona, ma abbiamo 16 Paesi (su 22 riportati da Eurostat) che ci precedono. Inoltre siamo ancora al di sotto della media rispetto all’Europa in generale (confronto che sembra fare il Premier). In aggiunta, risultiamo ancora più indietro se compariamo i dati con il 2014, dove l’Eurozona e EU28 crescono ben oltre l’1% e l’Italia mostra un +0,7, con 19 Paesi (su 22 riportati da Eurostat) che mostrano una crescita maggiore.
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