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| - Una crisi europea
Gli stessi numeri sono ripresi
nel rapporto “Edilizia, una crisi inarrestabile” pubblicato lo scorso 8 marzo dall’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro
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Si legge
che la crisi ha interessato, dal 2008, in generale tutta l’Europa portando alla complessiva perdita di «3,4 milioni di posti di lavoro nel settore costruzioni». Il rapporto specifica che dal 2015 «gli altri Paesi europei hanno visto un aumento degli occupati nel settore edile» mentre l’Italia «ha continuato a perdere posti di lavoro e solo nel 2017 ha registrato un aumento».
Il dato italiano è migliore
soltanto rispetto a quello spagnolo dove 1,3 milioni di addetti, pari a una flessione del 54 per cento del totale, ha perso il posto di lavoro. Seguono l’Italia, con – 539 mila impiegati (pari al 28 per cento della forza lavoro totale), il Regno Unito (- 331 mila, il 12,8 per cento) e Francia (- 186 mila, -9,7 per cento). Solo in Germania è stato registrato un incremento di 238 mila unità, + 9,4 per cento.
Tra le cause indicate
dall’Osservatorio circa il crollo di occupati in Italia, ci sono la dimensione delle imprese, spesso medio-piccole e poco competitive visto l’alto costo dei contributi sociali, l’elevato costo del lavoro e il calo degli investimenti pubblici e privati.
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